In tema di insubordinazione con ingiuria nei confronti del superiore, al fine di poter ritenere la continenza dell’offesa pronunciata come risposta ad un ordine illegittimo del superiore occorre prima verificare che l’effettiva illegittimità dell’ordine medesimo.
(Cass. Sezione I Penale, 28 settembre – 15 ottobre 2012, n. 40326)

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. BARDOVAGNI Paolo – Presidente –
Dott. VECCHIO Massimo – Consigliere –
Dott. ROMBOLA’ Marcello – rel. Consigliere –
Dott. TARDIO Angela – Consigliere –
Dott. BONITO Francesco M. S – Consigliere –
ha pronunciato la seguente:

Sentenza

sul ricorso proposto da: PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE PRESSO TRIBUNALE DI NAPOLI;
nei confronti di: OMISSIS
avverso la sentenza n. 216/2011 GUP PRESSO TRIB. MILITARE di NAPOLI, del 29/09/2011;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARCELLO ROMBOLA’;
sentite le conclusioni del PG Dott. FLAMINI Luigi Maria che ha chiesto l’accoglimento del ricorso;
udito il difensore .
Con sentenza 29/9/11 il Gup del Tribunale Militare di Napoli dichiarava non doversi procedere nei confronti di OMISSIS, App. della Guardia di Finanza in servizio presso il Comando di Gruppo di OMISSIS in Campania, perchè il fatto non sussiste, dal reato continuato  di disobbedienza aggravata e insubordinazione con ingiuria nei confronti del superiore, Lgt. OMISSIS: al confermato ordine di costui di impiego in servizio di pattuglia (insieme ad un sottufficiale, il brig. OMISSIS), cui l’imputato aveva opposto l’avaria dell’impianto frenante dell’autovettura Fiat Stilo targata  con la quale il servizio avrebbe dovuto essere svolto, lo stesso OMISSIS si rifiutava di obbedire all’ordine e rivolgeva al superiore l’espressione “Sta delirando”.
Certamente provati i fatti, il Gup rilevava come la reazione del OMISSIS conseguisse tuttavia ad un comportamento gravemente riprovevole del superiore, che lo aveva invitato a svolgere comunque il servizio di pattuglia guidando a velocità  non sostenuta.
Irrilevante la plateale manomissione dell’ordine di uscita di tre giorni prima, su cui OMISSIS apponeva una annotazione sulla presunta avaria, ma che l’impianto frenante dell’autovettura fosse davvero guasto era dimostrato dal fatto che esso venne sostituito circa una settimana dopo l’episodio in contestazione.
Il primo reato di disobbedienza era pertanto scriminato dalla illegittimità  dell’ordine (pericoloso per l’incolumità  degli stessi addetti al servizio e l’incolumità  dei terzi) ed il secondo penalmente irrilevante per la continenza, vista la situazione, della reazione del subordinato.
Ricorreva per cassazione il Pm della Procura Militare in sede, deducendo: il Gup aveva ritenuto “gravemente riprovevole” e “addirittura manifestamente criminoso” il comportamento del Lgt. OMISSIS senza dare alcun conto della gravità  della pretesa avaria, tale da imporre un immediato arresto del mezzo (nè si sa se fu utilizzato prima della sostituzione dell’impianto frenante). Per contro assai biasimevole l’altra condotta del OMISSIS che apponeva una falsa annotazione (passibile di autonoma valutazione penale) su un ordine di uscita di tre giorni prima coll’intento di giustificare a posteriori il suo rifiuto; in ogni caso incontinente e contraria al regolamento di disciplina militare l’espressione verbale che metteva in dubbio il senno di chi aveva impartito l’ordine rifiutato (se avesse costituito reato, OMISSIS avrebbe dovuto informarne al più presto i propri superiori). Chiedeva l’annullamento con rinvio della sentenza impugnata.
Il 21/9/12 era depositata per il OMISSIS memoria difensiva, che contestava i vizi di legittimità  e di motivazione dedotti dal PG ricorrente e aderiva al giudizio di superfluità  del dibattimento, presupposto della sentenza di proscioglimento del Giudice dell’udienza preliminare.
All’udienza camerale fissata per la discussione delle parti il PG chiedeva l’accoglimento del ricorso, la difesa presente si riportava alla memoria depositata.
Il ricorso è fondato e va accolto. Invero le affermazioni del Gup a sostegno della pronuncia di proscioglimento appaiono apodittiche e quindi immotivate: la sentenza giustifica la reazione verbale dell’imputato all’ordine del superiore (e comunque la sua continenza, data la situazione presupposta) con l’illegittimità  dell’ordine medesimo, ma ciò fa omettendo di accertare (come era doveroso) quest’ultimo punto e se cioè l’ordine fosse realmente illegittimo.
L’illegittimità  è in concreto desunta da due sole circostanze:
l’invito del superiore a svolgere comunque il servizio di pattuglia guidando a velocità  non sostenuta e che, circa una settimana dopo l’episodio, l’impianto frenante dell’autovettura fu effettivamente sostituto. Ma entrambi i dati sono in sè equivoci (il primo, soggettivo, variando tra i due estremi della ovvietà  e della irresponsabilità , il secondo, oggettivo, dipendendo dalle ragioni dell’intervento tecnico e cioè dalla sua relazione con i rilievi del OMISSIS), la loro rilevanza (o irrilevanza) dipendendo dalla entità  dell’inconveniente e dai motivi tecnici della sostituzione dell’impianto. In ciò la sentenza è carente, non dando conto nè dell’uno nè dell’altro dei due dati, oggettivamente verificabili. Da ciò deriva anche la continenza o meno, nel contesto, della reazione verbale dell’imputato. Avara di dettagli la sentenza anche in ordine all’annotazione aggiunta quel giorno dal OMISSIS sull’ordine di uscita di tre giorni prima circa la pretesa avaria dell’impianto frenante dell’auto con la quale aveva svolto il servizio.
Le dette necessità  di approfondimento impongono l’annullamento della sentenza impugnata per insufficienza (mancanza) di motivazione (art. 606 c.p.p., comma 1, lett. e), con rinvio al Gup del Tribibunale Militare di Napoli per nuovo giudizio.

P.Q.M.

annulla la sentenza impugnata e rinvia per nuovo giudizio al Gup del Tribunale Militare di Napoli.